Cos’è l’assertività e come svilupparla? Vediamo le caratteristiche della comunicazione assertiva e i suoi vantaggi nell’interazione sociale. Tempo di lettura: 20 minuti.
Indice
- È impossibile non comunicare
- La comunicazione assertiva
- Quindi, come sviluppare l’assertività?
- I 10 diritti affermativi
- I condizionamenti sociali
- L’efficacia interpersonale
- Riferimenti bibliografici
È impossibile non comunicare
Partiamo da un primo, fondamentale, presupposto: è impossibile non comunicare. Questo è ciò che afferma Paul Watzlawick, quando descrive gli assiomi della comunicazione. Questo perché la comunicazione è un elemento imprescindibile della nostra vita, che ci permette non solo di relazionarci con gli altri ma anche con noi stessi e con il nostro mondo interno. La comunicazione infatti comprende il verbale (le nostre parole), il non verbale (tutto ciò che riguarda il nostro corpo, come la postura) e il para-verbale (tono, volume e ritmo della voce; ma anche le pause e le risate che possono arricchire comunicativamente il nostro linguaggio verbale). Dunque, non comunicare è impossibile: perché tutto di noi trasmette un messaggio. E una comunicazione efficace ci permette di essere compresi e di raggiungere i nostri obiettivi, nel rispetto dei diritti propri e altrui.
Vediamo quindi insieme cosa significa essere assertivi e come iniziare ad allenare questa abilità nella vita di tutti i giorni: come si sviluppare l’assertività?
La comunicazione assertiva
Essere assertivi significa riconoscere ed esprimere le proprie emozioni, difendere i propri diritti e manifestare i propri bisogni, desideri, preferenze e critiche in modo onesto, diretto, adeguato e nel rispetto dell’altro.
Essere assertivi significa dunque autoaffermarsi in tutti gli ambiti della nostra vita: lavoro o studio, famiglia, amici, amore. E questo nel rispetto di se stessi e degli altri: tutti abbiamo dei diritti e in quanto tali vanno rispettati. Questo non significa rispettare ed esaudire in modo indiscriminato i desideri propri e altrui: tra diritto e desiderio c’è una differenza, l’efficacia interpersonale sta anche nel riuscire a fare questa distinzione. Questo ovviamente richiede una certa disciplina interiore. Non è facile passare da un registro comunicativo passivo-aggressivo ad uno assertivo: si configura come un vero e proprio impegno, che richiede volontà e disciplina interiore. E questo riguarda tutti gli ambiti della nostra vita: dal lavoro, allo studio, alla famiglia, agli amici, all’amore, fino ad arrivare a tutte le cose pratiche che occupano nostra giornata. Lavorare sulla propria assertività e svilupparla nel tempo permette dunque di ottenere diversi vantaggi non solo nell’immagine di sé, ma anche nel rapporto con gli altri.
Quindi, come sviluppare l’assertività?
Quindi, come svilupparla, l’assertività? Per prima cosa, bisogna distinguere i tre stili comunicativi che abbiamo elencato prima: cosa significa essere passivi, aggressivi e assertivi?
Il comportamento passivo
La persona che utilizza una comunicazione passiva è un individuo che tendenzialmente inibisce le proprie emozioni e che è suscettibile a imbarazzo, tensione, vergogna e senso di colpa; soprattutto dal punto di vista relazionale e interpersonale. Tende a scusarsi continuamente e sente di essere in balia della volontà degli altri, senza riuscire a comunicare davvero in modo sincero e autentico il proprio punto di vista. Il comportamento passivo ha la funzione di ridurre nel breve termine l’ansia e il senso di colpa generati dall’idea che la propria opinione, i propri desideri e i propri bisogni possano creare un conflitto con l’altro.
A lungo termine però è un comportamento che diventa deleterio e che aumenta la sofferenza nella vita dell’individuo: i propri bisogni e i propri desideri non vedono mai la loro realizzazione, l’autostima si abbassa e si amplifica il senso di impotenza, possono anche nascere emozioni come rabbia e risentimento, poiché per l’interlocutore diventa sempre più difficile capire davvero di cosa ha bisogno la persona. A lungo termine, il comportamento passivo diventa un vero e proprio ostacolo per la costruzione e il mantenimento di rapporti sociali autentici e sinceri.
Il comportamento aggressivo
La persona che utilizza il comportamento aggressivo è un individuo che riesce anche a realizzare i suoi obiettivi, ma a discapito degli altri e delle sue relazioni interpersonali: cercare di risolvere i problemi attraverso comportamenti aggressivi, che siano questi verbali o fisici, a lungo andare logora le relazioni con gli altri, che si sentono a disagio, offesi, attaccati. La persona che utilizza il comportamento aggressivo dunque non lascia spazio per l’altro e ai suoi diritti, imponendosi senza riuscire ad accogliere la prospettiva altrui.
Dunque, anche se nel breve termine ottiene la realizzazione dei suoi obiettivi, nel lungo periodo otterrà scarso successo sociale e insoddisfazione: il riconoscimento altrui e la sensazione di avere tutto sotto controllo sono solo illusioni temporanee che lasciano presto il posto alla sfiducia e all’isolamento sociale, alla sensazione di essere costantemente in pericolo e di dover far valere i propri diritti con la forza.
Il comportamento assertivo
La persona che mette in atto un comportamento assertivo è una persona che esprime in modo onesto e sincero i propri sentimenti, bisogni, opinioni in modo efficace a livello sociale e soprattutto libero da sensi di colpa e vergogna: la persona che si comporta in modo assertivo infatti ha ben chiari i 10 diritti che coinvolgono tutti gli esseri umani (clicca qui per l’articolo sulle emozioni). La persona assertiva dunque agisce per realizzare i propri bisogni nel rispetto dei diritti propri e altrui, mantenendo il rispetto di sé non solo quando riesce a realizzare i propri obiettivi, ma anche quando questi non si concretizzano, non mettendo in discussione il proprio valore.
Il comportamento assertivo è un comportamento efficace ed efficiente sia nel breve sia nel lungo termine: nel breve termine infatti permette di mettere in atto una comunicazione chiara con l’altro mantenendo il rispetto di sé e la coerenza con i propri sentimenti e bisogni, permettendo anche di gestire in modo costruttivo divergenze e difficoltà. Nel lungo termine, invece, consente all’individuo di rinforzare il suo senso di identità, migliorando anche le relazioni sociali con gli altri.
Riassumento: i tre comportamenti
La persona passiva è attenta esclusivamente all’altro, da cui è influenzata a discapito di sé e ha un’elevata ansia sociale (clicca qui per leggere l’articolo sull’ansia). Il suo obiettivo è la benevolenza degli altri, evitando il conflitto. Il comportamento passivo provoca però frustrazione, ansia, inibizione e anche senso di colpa: viola i propri diritti e porta alla svalutazione del sé.
La persona aggressiva è attenta solo a se stessa, prevarica gli altri e utilizza metodi distruttivi per ottenere i propri obiettivi. L’obiettivo principale è il potere sociale. Il comportamento aggressivo provoca senso di colpa e costante allarme nel tentativo di difendersi dagli attacchi altrui, alimentando collera e ostilità, umiliazione e disprezzo: porta all’isolamento sociale e alla svalutazione dell’altro.
La persona assertiva è attenta non solo a se stessa, ma anche all’altro senza però esserne condizionata, utilizza metodi che sono gratificanti e motivanti. Il suo obiettivo è il successo personale. Il comportamento assertivo permette di esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri in modo libero, anche se attento non solo al sé ma anche all’altro. Permette di sviluppare e mantenere il rispetto di sé e degli altri, favorendo scelte autonome mosse da fiducia e dignità.
I 10 diritti affermativi
Sono 10 i diritti affermativi fondamentali di ogni essere umano che ha identificato Manuel J. Smith, uno degli autori più importanti che hanno parlato di assertività. Tutto ciò che dobbiamo fare, è ricordarci di loro nel momento in cui ci troviamo di fronte al dover decidere come agire, nel rispetto dei nostri obiettivi e dei nostri valori. Ricordarci dei 10 diritti affermativi ci aiuta a recuperare sia la lucidità e la chiarezza necessari per procedere con una comunicazione assertiva, sia per trovare il coraggio di non cedere su ciò che per noi è importante.
1. Hai il diritto di essere il solo giudice di te stesso;
2. Hai il diritto di non giustificare il tuo comportamento, senza dare agli altri spiegazioni o scuse:
3. Hai il diritto di valutare e decidere se farti carico di trovare una soluzione ai problemi degli altri;
4. Hai il diritto di cambiare idea;
5. Hai il diritto di commettere errori, accettando di esserne responsabile;
6. Hai il diritto di dire “non lo so”;
7. Hai il diritto di sentirti libero dall’approvazione delle persone con cui entri in relazione;
8. Hai il diritto di apparire illogico nel prendere decisioni;
9. Hai il diritto di dire “non capisco”;
10. Hai il diritto di non essere perfetto.
I condizionamenti sociali
Spesso una delle barriere più grandi da affrontare quando si vuole mettere in atto un comportamento assertivo è proprio affrontare i condizionamenti sociali che influenzano i nostri pensieri e le nostre azioni. Quando seguiamo in modo acritico precetti sociali con lo scopo di piacere agli altri, infatti, perdiamo di vista la nostra coerenza e la nostra coscienza, a lungo andare determinando anche una svalutazione di noi stessi e delle nostre opinioni. Sono diverse le idee e le credenze diffuse nella nostra società, alcuni esempi possono essere: gli adulti sono più importanti dei bambini, gli uomini sono più importanti delle donne, i medici sono più importanti degli spazzini, e così via. Iniziare a mettere in discussione queste credenze limitanti è uno dei primi passi da compiere per sviluppare e coltivare l’assertività nelle nostre vite.
L’efficacia interpersonale
L’efficacia interpersonale è un’abilità che permette di saper chiedere e ottenere ciò di cui si ha bisogno all’interno della relazione con l’altro. Questo significa, da un lato, conoscere i propri bisogni e dall’altro anche saperli comunicare all’interlocutore in modo che questi possano essere presi in considerazione. Significa dare valore alla tua opinione e a quella dell’altro, nel rispetto reciproco e anche nella consapevolezza che si può essere in disaccordo pur rispettando la libertà di espressione altrui. L’efficacia interpersonale permette dunque di dire no, di mantenere le relazioni ma anche di costruirne di nuove. Nel DBT Skills Training si apprendono abilità di efficacia interpersonale come il GIVE, il FAST e il DEAR MAN, ponendosi come uno dei strumenti per sviluppare l’assertività nella vita di tutti i giorni.
Nota bene! Le strategie e gli esercizi consigliati in questo articolo non si sostituiscono ad un percorso di terapia personale, ma hanno il solo scopo psicoeducativo: ricorda sempre di rivolgerti ad un professionista per lavorare efficacemente sul tuo mondo interno.
Riferimenti bibliografici
Anchisi, R., & Gambotto Dessy, M. (2013). Manuale di assertività. Teoria e pratica delle abilità.
Baggio, F. (Ed.). (2013). Assertività e training assertivo. Teoria e pratica per migliorare le capacità relazionali dei pazienti: Teoria e pratica per migliorare le capacità relazionali dei pazienti. FrancoAngeli.
Beck, J. S. (2013). La terapia cognitivocomportamentale. Edizione Italiana a cura di A. Montano. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.
Linehan, M. M. (2015). DBT Skills Training. Raffaello Cortina Editore.
Smith, M. J. (1975). When I say no, I feel guilty: how to cope–using the skills of systematic assertive therapy. Bantam.
Watzlawick, P., Beavin, J. H., & Jackson, D. D. (1971). Pragmatica della comunicazione umana. Astrolabio, Roma, 35, 1-47.
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