Ma dove senti questa emozione sul corpo?
Questa è una delle domande preferite di noi psicologi… per un motivo ben preciso! Emozioni e corpo sono infatti molto più legate tra loro di quello che può sembrare all’apparenza.
E oggi ti spiego perché: parliamo di emozioni incarnate nel legame indissolubile tra mente e corpo attraverso la teoria della embodied cognition.
Tempo di lettura: 10 minuti.
Indice
- Emozioni e corpo
- Cosa sono le emozioni?
- Il modello cognitivo
- Emozioni positive e negative
- Emozioni incarnate
- L’intelligenza emotiva
- La ricerca
- Embodied Cognition
- I primi passi da mettere in pratica
- Riferimenti bibliografici
Emozioni e corpo
Mente e corpo sono legati tra loro in mondo indissolubile: per esplorare i mondi interni e sbrogliare le matasse emotive bisogna anche capire come queste stesse emozioni si incarnano in noi.
Esistono infatti delle vere e proprie mappe topografiche sensomotorie delle emozioni, che hanno valore transculturale: la consapevolezza dei cambiamenti corporei associati all’attivazione di iper- e ipo- arousal emotivo ci aiuta anche a comprendere cosa stiamo provando.
Il nostro corpo diventa una bussola che ci guida dell’esplorare noi stessi: spesso in terapia, nelle mie sedute, esploro così le emozioni. Chiedendo, con semplicità: e di che colore è? Fino ad arrivare sempre di più a sentirle e a capirle, lasciando che vivano dentro di noi e ci lascino andare quando sono pronte a volare via.
Cosa sono le emozioni?
Dal dizionario Oxford Languages, l’emozione è uno “stato psichico affettivo e momentaneo che consiste nella reazione opposta dall’organismo a percezioni o rappresentazioni che ne turbano l’equilibrio; com., improvviso e forte turbamento provocato da commozione o da apprensione”.
E cioè, le nostre emozioni sono reazioni di breve durata causate dalla nostra lettura degli eventi; provocano cambiamenti comportamentali, psicologici e fisiologici.
Ma come sono legate al nostro corpo?
Il modello cognitivo
Nel contesto della Terapia Cognitivo-Comportamentale è l’interpretazione della sua situazione e non la situazione reale di per sé, a determinare le conseguenze emotive, comportamentali e fisiologiche dell’individuo. Questa interpretazione viene spesso identificata nei pensieri automatici del paziente, influenzati da credenze intermedie e profonde che si sono sviluppate e cristallizzate durante le sue esperienze di vita.
Questo significa che interpretiamo il mondo attraverso i nostri pensieri.
Emozioni positive e negative
In realtà non esistono emozioni buone o cattive, positive o negative: tutte le emozioni che proviamo hanno un senso e un significato… sì, anche l’ansia e la rabbia, persino l’invidia e il disgusto.
Ogni emozione infatti è valida e ha una sua funzione, poiché ci aiuta a navigare nel mondo come esseri umani e a soddisfare i nostri bisogni. Certo, non tutte le emozioni possono essere piacevoli, ma ci siamo evoluti così per motivi adattivi e per la sopravvivenza della specie.
Quindi: tutte le emozioni che proviamo sono valide, ma abbiamo anche la responsabilità di regolare queste stesse emozioni; queste sì, vanno validate ma anche espresse con competenza emotiva all’interno dei nostri contesti di vita, tenendo a mente i nostri obiettivi e i nostri valori.
Emozioni incarnate: il legame mente-corpo
Le nostre emozioni arrivano come uragani e all’improvviso ci troviamo persi in mezzo al mare in tempesta: il caos regna dentro e fuori di noi e la stella polare che indica la via sembra invisibile nelle costellazioni dei nostri mondi interni.
In questi momenti dimentichiamo di avere dentro di noi una bussola: quando ciò che proviamo sembra una matassa indistricabile, piena di nodi, a volte ciò che possiamo fare e affidarci al nostro corpo.
Riuscire a comprendere cosa prova ci permette di conoscere meglio noi stessi: non è sempre facile riuscire a capire quali emozioni ci attraversano. Ma il nostro corpo è saggio e spesso ci manda segnali ben precisi per aiutarci a districare la nostra matassa emotiva… dobbiamo solo imparare ad ascoltarlo.
Questo significa che le nostre emozioni sono incarnate: il nostro corpo è una mappa.
L’intelligenza emotiva
Salovey e Mayer negli anni ’90 hanno definito l’intelligenza emotiva come la capacità sia di monitorare le proprie emozioni, differenziandole e utilizzandole per guidare i propri comportamenti all’interno del contesto. Questo costrutto acquista popolarità con i testi di Goleman (in particolare: Intelligenza emotiva: cos’è e perché può renderci felici, 1995).
Goleman riconosce cinque pilastri dell’intelligenza emotiva:
- Autoconsapevolezza: la capacità di riconoscere l’emozione nel momento in cui essa si presenta.
- Autoregolazione: la capacità di regolazione emotiva e cioè di vivere e saper lasciare andare l’emozione senza sopprimerla o dis-regolarsi.
- Motivazione: riconoscere le motivazioni alla base delle nostre emozioni per perseguire i nostri obiettivi.
- Empatia: comprendere le emozioni altrui consapevoli che le nostre ipotesi sono attribuzioni e non realtà.
- Abilità sociali: tutte quelle abilità interpersonali che ci permettono di comunicare in modo efficace, gestire i conflitti e realizzare in modo assertivo i propri diritti.
La ricerca: una mappa somatosensoriale
Nummenmaa e collaboratori (2014) hanno mappato le sensazioni corporee associate a diverse emozioni utilizzano una metodologia self-report topografica: i risultati hanno mostrato come ci sia una valenza transculturale nel modo in cui percepiamo come esseri umani le nostre emozioni sul nostro corpo.
Cioè, chiedendo ai partecipanti della ricerca di disegnare i cambiamenti corporei (come ad esempio la temperatura) su delle figure umane, è stato rilevato come ci sia una coerenza consistente e statisticamente significativa delle “mappe corporee” così create.

Embodied Cognition
La nostra mente dunque non può essere considerata come isolata dal contesto del corpo: le sensazioni e le esperienze corporee sono essenziali per comprendere il mondo e anche per interpretarlo.
Dimaggio e collaboratori (2019) nel terzo capitolo del libro “Corpo, immaginazione e cambiamento” (pagine 99-103) riassumono bene questo concetto, descrivendo la cognizione come:
- Situata: cioè la nostra attività cognitiva interagisce con il mondo esterno mentre svolgiamo compiti;
- Avviene in una finestra temporale;
- Serve all’azione;
- Anche quando astratta, si basa sul corpo: anche nel momento in cui non c’è un ambiente strettamente legato all’attività cognitiva in questione, la cognizione si basa su stimoli sensoriali e motori, anche a livello di attivazione neuronale.
Tutti i nostri processi cognitivi sono incarnati: la memoria di lavoro, il linguaggio, la memoria episodica, il problem solving, sono tutte attività legate a sequenze di immagini che simulano l’azione corporea o che anticipano l’azione. La sensorialità influenza tutti i nostri processi cognitivi, anche quelli interpersonali e sociali: la nostra mente è una mente non avulsa dal contesto, ma che ragiona sulla base delle sue azioni nel mondo.
I primi passi da mettere in pratica
La regolazione emotiva è la capacità di un individuo sia di essere consapevole delle proprie emozioni sia di esprimerle in modo funzionale e adattivo.
Ed è una capacità che spesso si apprende e si coltiva in terapia: questo perché ogni emozione è importante e valida e ci comunica qualcosa. E l’unico modo per attraversare i tornado emotivi che sconvolgono i nostri mondi interni è quello di viverli (accompagnati da skills funzionali acquisite nel tempo anche grazie al processo terapeutico).
Esplorare le costellazioni dei nostri universi interiori significa anche entrare in contatto con le nostre fragilità e vulnerabilità – è un lavoro difficile, intenso, ma che ripaga anche tutti i nostri sforzi.
Da dove cominciare?
1. Identifica e nomina. Quando senti che qualcosa sta sconvolgendo il tuo universo interiore, fermati per un istante e chiediti: cosa sta succedendo dentro di me in questo momento? Cosa sto provando?
2. Osserva. Non è facile vivere le emozioni, soprattutto quando sono delle vere e proprie tempeste, ma è possibile! Prova a concentrarti: osserva cosa accade al tuo corpo.
3. Ricostruisci i pensieri. Il mondo in cui interpretiamo la situazione influenza le nostre emozioni e le nostre risposte comportamentali: individuare come hai letto la situazione in cui ti trovi mentre sperimenti un’emozione può aiutarti a capire come e perché è arrivata.
4. Accetta, esprimi, agisci. Una volta che ti sarai concessə il tempo di comprendere cosa stai provando, quali effetti ha l’emozione sul tuo corpo e perché stai provando quella specifica emozione, allora sei prontə ad agire il migliore comportamento che può aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.
Lo scopo del presente articolo quindi è puramente informativo e divulgativo: non si sostituisce ad un percorso di terapia personale o a un iter diagnostico, ma ha il solo scopo psicoeducativo.
Riferimenti bibliografici
Beck, J.S. (2022). La terapia cognitivo-comportamentale. Astrolabio Ubaldini.
Ferro, A. (2007). Evitare le emozioni, vivere le emozioni. Milano: Raffaello Cortina.
Gross, J. J., Richards, J. M., & John, O. P. (2006). Emotion regulation in everyday life.
Jurist E. J., (2019). Tenere a mente le emozioni. La mentalizzazione in psicoterapia. Milano: Raffaello Cortina.
Nummenmaa, L., Glerean, E., Hari, R., & Hietanen, J. K. (2014). Bodily maps of emotions. Proceedings of the National Academy of Sciences, 111(2), 646-651.
Salovey, P., & Mayer, J. D. (1990). Emotional intelligence. Imagination, cognition and personality, 9(3), 185-211.
Goleman, D. (1995). Emotional intelligence. New York: Bantam Books.
Fincher-Kiefer, R. (2019). How the body shapes knowledge: Empirical support for embodied cognition. American Psychological Association.
Dimaggio, G, Ottavi, P., Popolo, R., Salvatore, G. (2019). Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia metacognitiva interpersonale. Raffaello Cortina, Milano.
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